2010_Isola&Norzi_"A Ballad of the Floaded Museum"
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"A Ballad of the Floaded Museum"
Gli esperimenti di vita subacquea di Cousteau al largo del Sudan hanno affascinato I&N sia per le architetture subacquee che ha fatto costruire (c'erano tre edifici di cui ne è stato lasciato solo uno, completamente coperto da alghe e sedimentazioni dopo 45 anni di permanenza negli abissi) sia per l'esperimento di vita che esso implicava. In quelle unità abitative cinque persone hanno vissuto sott'acqua per un mese; oltre a perseguire fini scientifici, volevano mostrare la possibilità della vita umana sott'acqua. Con il loro progetto hanno cercato di esprimere alcune idee acquatiche che si rifacessero a questo spirito e hanno approcciato l'acquario di New York, che è stato usato sia come studio che come media, diventando a sua volta fonte di ispirazione. si erano resi conto che architettura subacquea e acquario moderno nascono nello stesso momento come l'uno l'opposto dell'altro, sia perché Cousteau in realtà era sott'acqua anche per collezionare la flora e la fauna che avrebbe riempito le sale dell'Istituto Oceanografico di Monaco, sia perché problemi tecnici di sedimentazione e crescita delle alghe tra il filtro asciutto e bagnato sono i medesimi: un diaframma separa ambienti d'acqua da quelli d'aria. Sull'idea di acquario come diorama hanno impostato tutta la mostra.
In un primo momento volevano istallare una mostra sott'acqua nell'acquario di Coney Island, tenerla aperta per un paio di mesi ma hanno dovuto fare i conti con i problemi legati alla crescita delle alghe e alla manutenzione. Quindi hanno installato le opere, filmato i lavori per documentarli e poi smontato il tutto. La mostra è una raccolta di foto e video che raccontano alcune performance subacquee come quella di tentare di bloccare una bolla sott'acqua e così evocare il gesto di Cousteau di portare la vita sott'acqua con le sue architetture. In un altro progetto hanno chiesto all'acquario di New York di non pulire una porzione precisa del vetro, delimitata da un rettangolo, creando un dipinto fatto di alghe che pian piano, nel corso della durata della mostra, si sono depositate sul vetro creando di fatto un'opera che è un filtro visivo. La cosa divertente è che tutto quello che si trova dietro al vetro è finto, una scenografia fatta di resine epossidiche che fingono i coralli. L'unica cosa vera è quella che viene rimossa.