L’esposizione raccoglie le esplorazioni fotografiche elaborate dall’artista – nello scenario urbano e in quello naturale –, presentando una selezione di circa venticinque opere, appartenenti alle serie più significative prodotte dagli anni Novanta a oggi.
Fin dagli esordi alla fine degli anni Ottanta, la sua ricerca rivela un particolare tipo di sguardo: la sua fotografia dichiara un’attenzione a dettagli sfuggenti, a forme e oggetti quotidiani colti nella loro solitudine imprevista, al silenzio e alla sorpresa che si condensano negli spazi attraversati ogni giorno, alle apparizioni inattese che l’obiettivo fotografico è in grado di cogliere negli ambienti familiari.
Marina Ballo Charmet realizza progetti video e serie fotografiche che hanno come soggetto la quotidianità, il banale, l’anonimo, le esperienze minime del rapporto con gli altri. Le sue immagini pongono in primo piano ciò che l’artista definisce “il rumore di fondo della nostra mente”, una “visione periferica” che si concentra sul vuoto, sugli elementi anonimi e inespressivi colti “con la coda dell’occhio”.